Approfondimento: Mutue Autogestione, le origini della Finanza Etica
Viaggio nel mondo delle Mag, dalla loro nascita ai giorni nostri
La storia delle Mutue Auto Gestioni (Mag) ha origini lontane. I valori a cui si richiamano le Mag risalgono alle Società di Mutuo Soccorso, che si sono diffuse in Italia durante il Risorgimento e sono arrivate al loro apice alla fine del 1800.
Le Società di Mutuo Soccorso erano “associazioni di operai ed artigiani su base comunale, apolitiche e non confessionali, che garantivano agli iscritti il sussidio in caso di malattia, l'assistenza medica e, quando le casse sociali lo consentivano, la pensione di vecchiaia o di cronicismo. Oltre a questi servizi strettamente previdenziali, istituivano scuole di alfabetizzazione per i soci, corsi professionali per i loro figli, biblioteche circolanti. Nelle loro sedi allestivano spazi di ritrovo e di svago”. (www.iluoghielamemoria.it/files/programma.htm)
Molte Società di Mutuo Soccorso si sono estinte durante la prima metà del Novecento, quando parecchie delle loro funzioni, come la previdenza e l’assistenza sanitaria, vengono inglobate dallo Stato Italiano appena formatosi, che diventa così l’unico soggetto autorizzato a proteggere e garantire tutti in ogni circostanza.
Ma le istanze che avevano fatto nascere le Società di Mutuo Soccorso non scompaiono del tutto e restano appena sotto la superficie di una società in rapida trasformazione (www.repubblica.it/online/volontariato/inchiesta/inchiesta4/inchiesta4.html).
Il 68’, gli anni Settanta e le prime esperienze di Autogestione
A far tornare attuale il valore di mutuo soccorso ci pensano la protesta del ’68 e i suoi riflussi nel corso degli anni Settanta. Le contestazioni di questi anni aggiungono però nuove prospettive, istanze di rinnovamento sociale che ambiscono alla gestione diretta delle attività produttive da parte dei lavoratori. In quegli anni nascono cooperative giovanili, in cui si organizzano gruppi di lavoro artigianale e tentativi di gestione cooperativa di aziende in crisi.
In questo scenario si colloca la creazione di Mag Verona, un progetto nato spontaneamente da gruppi di base, al di fuori di ogni iniziativa promozionale di organismi politici, sociali o sindacali.
La vera e propria fondazione della Mag risale al 1978, ma in realtà la sua creazione avviene nel 1975, anno in si cui forma un gruppo di sostegno politico-sociale e di appoggio tecnico-professionale ai lavoratori di un’azienda grafica di Verona. I lavoratori di questa azienda rischiavano di essere licenziati ma, invece di reagire cercando un accordo sindacale col proprietario, si propongono di autogestire l’attività lavorativa.
Questa idea si trasforma in realtà in seguito al fallimento dell’azienda grafica. I suoi lavoratori formano una cooperativa, la Cfg (Cooperativa lavoratori grafici) che assume la gestione dell’azienda, trovando da subito l’appoggio di un Gruppo informale, composto da persone esterne alla cooperativa –sindacalisti, uomini impegnati nel sociale, ecc.
Il Gruppo informale si impegna fin dal 1977 in un’attività di consulenza amministrativa, fiscale e legale per risolvere i problemi più urgenti nati durante la fase di avvio della cooperativa di autogestione.
A differenza delle cooperative tradizionali però la Cfg non ha il semplice scopo di realizzare il passaggio dei lavoratori da dipendenti a proprietari, mantenendo come unico obiettivo la ricerca del profitto.
L’azienda autogestita è concepita dalla Cfg innanzitutto come uno strumento di lavoro e non come un bene patrimoniale che, comunque, rimane una proprietà collettiva e non dei singoli soci.
Si propone, infatti, un nuovo modello di organizzazione del lavoro e della produzione, volto a valorizzare la creatività e la professionalità di tutti.
In questo nuovo modello organizzativo è importante che ognuno venga coinvolto nelle decisioni, che vengono prese durante le assemblee collettive. Si rifiuta il meccanismo della delega a organi sociali ristretti come il consiglio d’amministrazione e la presidenza; la stessa figura del capo viene sostituita da quella del coordinatore.
I sostenitori dell’autogestione sono inoltre convinti che questo nuovo modello di gestione non incida solo sul lavoro, ma anche sulla sfera personale, stimolando un nuovo modo di relazionarsi con gli altri.
Fonte: www.magverona.it/Principale/TestiMAG/GR/TestiGiambattistaRossi.asp
Nasce la prima Mag
In questo periodo la Mag non è ancora stata costituita formalmente e continua ad operare come Gruppo Informale, composto sia da soci di cooperative che da persone esterne sostenitrici dell’autogestione.
Due sono le scelte che caratterizzeranno la nascente Mag Verona: non aderire alle centrali nazionali della cooperazione (Lega delle Cooperative, Confederazione delle Cooperative e Associazione Generale Italiana), le quali si erano dimostrate indifferenti verso la nuova iniziativa; non riunirsi in una struttura giuridica precisa, nel timore di far nascere un’organizzazione verticistica e burocratica.
La Mag si costituisce quindi il 22 dicembre 1978 come Società di Mutuo Soccorso, in base ad una legge molto vecchia: la numero 3818 del 1886.
Il consenso in area giovanile è da subito molto ampio e viene avviata, accanto alle iniziative promozionali e di dibattito, un’attività finanziaria di raccolta fondi fra i soci in forma di prestito con interessi, destinata al sostegno di necessità finanziarie delle cooperative associate.
La prima iniziativa di raccolta prestiti (1978) finanzia l’acquisto dell’azienda agricola Ca’ Verde a Sant’Ambrogio, che sceglie di produrre nel rispetto delle condizioni ambientali, dei tempi e dei ritmi della natura anticipando, di fatto, quella che poi si chiamerà agricoltura biologica.
La raccolta di prestito da parte dei soci ha un incremento costante mentre contemporaneamente crescono la domanda di attività di assistenza amministrativa e contabile per le cooperative e quella di formazione per i soci delle cooperative. La richiesta di servizi sempre più specializzati e qualificati porta alla creazione, nel 1982, di Mag Servizi Cooperativa, e allo sviluppo della finanza etica e del risparmio solidale.
Fonte: www.magverona.it/Principale/TestiMAG/GR/TestiGiambattistaRossi.asp
Il mondo delle Mag si allarga
Dopo l'esperienza Veronese il 19 novembre 1980 viene fondata anche Mag2, nata all'interno del Centro Attività Sociali di Inzago, in provincia di Milano. Seguono MAG4 a Torino (1987), MAG6 a Reggio Emilia (1988), MAG Venezia (1992) e MAG Roma (2005) (it.wikipedia.org/wiki/Mutua_autogestione). Le nuove Mag sono generalmente delle cooperative, perché questa ragione sociale permette vantaggi sotto il profilo fiscale e semplificazioni nella gestione operativa.
Il panorama delle Mag si va quindi ampliando e delineando con sempre maggiore precisione. Nella valutazione della concessione dei prestiti, si verificano l’impatto sociale e ambientale dei progetti realizzati piuttosto che le garanzie patrimoniali degli affidatari.
I settori in cui le Mag intervengono sono, in sintesi, i seguenti:
• solidarietà sociale: progetti di inserimento di soggetti svantaggiati o disabili nel mondo del lavoro;
• ambiente ed ecologia: raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti, agricoltura biologica e naturale, depurazione e riequlibrio ambientale, medicina e terapie naturali; cultura ed informazione;
• attività di promozione/animazione sociale e culturale.
Nuove leggi e nuovi problemi
Lo sviluppo delle Mag, rapido e costante fino agli anni ’90, viene rallentato da alcuni interventi legislativi.
Primo fra tutti la legge antiriciclaggio n°197 del 1991 che limita l’attività di impiego di denaro solo a quelle organizzazioni che possiedono un capitale sociale pari o superiore a un miliardo di lire. Per le Mag questo nuovo vincolo risulta proibitivo, perché sono poco capitalizzate, dal momento che la loro raccolta avviene principalmente mediante prestiti sociali, in forma di veri e propri libretti di risparmio nominativi.
Seguono lunghi dibattiti fra le Mag e l’Ufficio Italiano Cambi, in merito alle modalità d’interpretazione della legge ed alla possibilità di ottenere deroghe – motivate dalla valenza sociale dei progetti finanziati – nell’applicare le sue disposizioni.
Purtroppo non si raggiungono i risultati sperati e le Mag sono obbligate ad adeguarsi ai parametri stabiliti dalla legge.
Nel 1993 arriva poi un’integrazione alla legge del 1991, il Decreto Legislativo n°385 del 1993 che introduce un’ulteriore restrizione: “a soggetti diversi dalle banche è vietata la raccolta del risparmio a tasso fisso.
Le cooperative finanziarie possono svolgere le loro attività di concessione di finanziamenti soltanto in due modi: o utilizzando il capitale sociale, unica forma di raccolta ammissibile, oppure suddividendo le attività di raccolta e impiego. La prima deve essere compiuta da singole cooperative locali che hanno un rapporto diretto con i soci risparmiatori” (documento scaricabile dal sito www.mag2.it/arkivio/storia.pdf).
Per erogare finanziamenti invece le cooperative devono associarsi in un gruppo o in un consorzio, tenuto a rispettare i vincoli di capitale stabiliti e, fino al 2008, ad iscriversi all’Ufficio Italiano Cambi, le cui funzioni sono ora esercitate dagli uffici corrispondenti della Banca d’Italia .
Soluzioni
“Il mondo Mag si deve adeguare; qualcuna riesce ad aumentare il capitale sociale, come Ctm-Mag (Mag 3 e Mag Verona si trasformano in cooperative di servizi e fanno confluire l'attività finanziaria in Ctm-Mag). Mag 4 sospende temporaneamente l'attività finanziaria, finchè Ctm-mag (oggi Etimos) le versa l'ammontare mancante di capitale. Mag 6 e Mag 2 trasferiscono i libretti di deposito a capitale sociale.
In questo contesto nasce per alcune Mag e per alcune tra le principali organizzazioni di terzo settore presenti in Italia l'esigenza di creare una banca, che a livello nazionale possa fare quello che fanno le Mag sul territorio e per dare un’opportunità di sviluppo al Terzo Settore. Vi è dall'altra parte un crescente numero di risparmiatori disposti ad investire il proprio denaro in attività positive dal punto di vista sociale ed ambientale. L'insieme di questi fattori ha portato nel dicembre del 1994 alla costituzione dell'Associazione Verso la Banca Etica. In questa Associazione sono state coinvolte le realtà più significative del Terzo Settore, con l'obiettivo di definire il progetto per la creazione di una banca alternativa.
Una volta raggiunto il capitale necessario, il 16 marzo 1999 apre a Padova il primo sportello della Banca Popolare Etica, da lì a poco seguito da Milano, Brescia, Roma, Vicenza, Bologna” (www.utopie.it/economia_sostenibile/finanza_etica.htm).
Bisogna dire però che su Banca Etica, pur essendo una specie di sogno per quelli che si occupavano di finanza etica, vi sono anche posizioni critiche su come è poi stata realizzata.
Prestiti Mag: più sicuri di quelli delle banche
Nonostante le Mag non richiedano garanzie immobiliari per concedere prestiti il tasso di sofferenza –cioè la mancata restituzione del prestito- è molto basso e nel 2004 si aggirava intorno al 2% mentre quello degli istituti di credito tradizionali era del 10% (fonte: siti Mag e sito Banca d’Italia.) Questo dipende dall’attenta valutazione che le Mag effettuano delle garanzie personali di chi propone il progetto da finanziare e del gruppo di persone che gli ruotano attorno, dalla verifica della validità e sostenibilità economica del progetto stesso e, non da ultimo, da come viene seguito il prestito anche dopo l’erogazione.